Il virus del papilloma umano meglio noto come Human Papilloma Virus è un virus a DNA appartenente alla famiglia dei  Papillomaviriadae.

Generalmente sono virus delle mucose o della pelle e si diffondono con più velocità nelle fasce di età sessualmente attive in quanto la trasmissione è prevalentemente sessuale.

Si conoscono circa 120 tipi di papilloma divisi in 16 gruppi. Si stima che il 90% della popolazione tra l’adolescenza e i 25 anni sia venuta in contatto con questo virus che nella maggior parte dei casi genera un’infezione transitoria che evolve spontaneamente.

La maggior parte di questi virus sono causa di malattie non gravi come ad esempio le verruche cutanee; alcuni però possono causare tumori benigni al livello dei genitali meglio definiti come condilomi e talvolta alcuni ceppi definiti ad “alto rischio” possono evolvere in forme tumorali maligne del collo dell’utero della vulva dell’ano o del pene ma anche extragenitale come cavità orale, faringe e laringe.

I test diagnostici a disposizione per rilevare la presenza del DNA virale consistono in un semplice tampone, che attraverso una tecnica di PCR riesce a percepire la presenza del virus e a individuarlo tipizzandolo, ovvero mostrandone la variante. Di questi 120,12 ceppi sono classificati al alto rischio e di questi, due varianti la 16 e la 18 particolarmente indicati per essere i responsabili dell’evoluzione neoplastica dell’infezione.

Molto importante è considerare che per le donne anche un pap-test può fare diagnosi di HPV in quanto serve a rilevare eventuali lesioni del collo dell’utero.

Nella maggior parte dei casi può succedere che si abbiano sia condilomi esterni che una piccola lesione all’interno delle mucose questo significa che i ceppi coinvolti sono più di uno, questa situazione è abbastanza comune e non deve allarmare in quanto ogni ceppo verrà trattato in modo differente. Ad esempio per verificare quanto la lesione interna (nel caso di lesioni del collo dell’utero) sia effettivamente in uno stato evolutivo oppure sia li in una fase di quiescenza si utilizza la colposcopia con eventuale biopsia.

La colposcopia non è altro che un esame che viene eseguito se il tampone per HPV è positivo al fine di verificare se effettivamente il virus sta creando una lesione, se il tampone è positivo ma la colposcopia è negativa ovvero il virus non ha creato danni al livello delle mucose, non rimane che tenere la situazione sotto controllo, se invece la colposcopia rileva la presenza di una lesione o conferma l’esito di un pap test, verrà effettuata quella che si chiama  biopsia ovvero un piccolo prelievo del tessuto danneggiato al fine di valutare quanto la lesione sia profonda e di cosa si tratta.

In genere sulla base di questo referto si procede con la terapia oppure con la bruciatura o conizzazione.

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